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Il vino dei Castelli Romani e la sua storia millenaria

Origine e caratteristiche della DOC laziale

Il vino dei Castelli Romani e la sua storia millenaria

Il territorio dei Castelli Romani è una delle mete predilette dai cittadini della capitale per gite fuori porta alla ricerca di aria buona, di paesaggi incantevoli e naturalmente di tanto buon vino. Le fraschette, tipiche osterie della zona, sono infatti una tappa obbligata per bere un bicchiere, da degustare in accompagnamento ai piatti tipici della cucina romana e magari concludere il pasto con le caratteristiche ciambelline al vino.

Quest’area è una delle più antiche zone dedite alla produzione del vino, non solo nella regione Lazio, ma anche a livello nazionale.

 

Storia della vitivinicoltura dei Castelli Romani

 

La zona dei Castelli Romani sorge in un’area storicamente feudale, caratterizzata - come suggerisce il nome - dall’ampia presenza di residenze nobiliari.

La vitivinicoltura in questa area del Lazio ha in realtà origine già in epoca romana, quando la sua diffusione è talmente vasta e in continuo sviluppo, da costringere Domiziano nel I sec. a.C. a limitare l’introduzione di nuovi impianti per evitare che la coltivazione del grano venisse messa in secondo piano.

Anche successivamente la caduta dell’Impero Romano, con le invasioni barbariche, la viticoltura nella zona sopravvive, gli abitanti delle città fuggono nelle campagne e si dedicano all’agricoltura per la loro sussistenza, coltivando il proprio cibo, senza però trascurare le viti. Il merito di questa continuità è anche da attribuire ai monaci e al mondo ecclesiastico, grazie alla loro crescente richiesta di vino e alle regolamentazioni papali, come testimoniano numerosi documenti custoditi negli archivi monastici.

È con il tramandarsi di antiche pratiche e tradizioni vitivinicole e all’affinamento delle stesse nei giorni moderni, che i Castelli Romani acquisiscono la propria DOC nel 1996, accrescendo il proprio livello qualitativo.

 

Castelli Romani DOC: zona geografica e località di origine

 

Gli 85 mila ettari di terreno dei Castelli Romani occupano parte dell’Agro Romano e dell’Agro Pontino e si concentrano principalmente nella provincia di Roma. Frascati è sicuramente considerata la capitale dei vini dei Castelli, tanto da essersi guadagnata una DOC propria nel 1966 e due DOCG nelle versioni Frascati Superiore e Cannellino di Frascati.

L’area dei Castelli Romani era inizialmente ricoperta dal mare, in seguito si è verificato un fenomeno di sollevamento del Vulcano Laziale, oggi spento. Per questo motivo, quindi, il terreno della zona è vulcanico e minerale e nel corso dei secoli ha assicurato coltivazioni abbondanti e di elevata qualità, come dimostrano oggi le diverse tipologie di vino Castelli Romani DOC.

 

Vitigni e abbinamenti dei vini dei Castelli Romani

abbinamento vini castelli romani

 

La DOC dei Castelli Romani prevede tre tipologie di vini bianchi e rosati (secco, amabile e frizzante) e quattro tipologie di vini rossi (secco, amabile, frizzante e novello).

I vitigni di origine dei tanto amati vini bianchi dei Castelli Romani sono:

  • la Malvasia di Candia;
  • la Malvasia del Lazio, detta anche puntinata o nostrale;
  • ilTrebbiano toscano, verde e giallo.


La loro combinazione riesce a dare vita a vini di colore giallo paglierino con importanti note fruttate caratterizzati da un sapore fresco e armonico, che si abbinano perfettamente ai menù a base di pesce, ma anche a minestre e a risotti con verdure di stagione. 

 

Per ottenere i rossi dei Castelli, invece, dal distintivo aroma vinoso e persistente, i vitigni designati sono:

  • il Cesanese;
  • il Merlot;
  • il Sangiovese;
  • il Montepulciano;
  • il Nero Buono.

L’abbinamento ideale in questo caso è con i menù di carne, in abbinamento alla carne rossa arrosto oppure alle carni bianche, dal pollame al coniglio. Se invece sulla tavola ci sono salumi, uova e ricche minestre, è il rosato a essere la soluzione più opportuna da mettere in tavola.

Quando si vuole accompagnare l’intero pasto con un vino dei Castelli Romani, è inevitabile optare per la variante secca, mentre chi ama chiudere in bellezza, conclusione del pasto non può che scegliere un vino amabile.

 

 

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